Quella del teatro cittadino, piccolo gioiello del Comune nojano, è davvero una storia travagliata. Il più piccolo teatro all’italiana del mondo nasce nel 1896 dal desiderio dei borghesi di creare uno svago per sé e per i contadini, per poi essere chiuso e abbandonato per anni nel 1955.
Fino agli anni ‘40 del Novecento, il teatro ospita numerose compagnie provenienti dalla Campania e dalla Sicilia ma anche artisti locali come Franco Di Pierro - baritono e successivamente tenore nojano - che dalla chiusura del teatro comunale è stato instancabile nel suo tentativo di smuovere le numerose amministrazioni susseguitesi negli anni a riportare in funzione quello che lui definisce “un importante elemento della nostra identità storica che potrebbe far parte anche dell’identità attuale, se solo venisse rimesso in sesto”.
“Teatro molto simile a quello nojano è quello della vicina Mola di Bari, di circa cento posti, che attualmente è ritornato all’antico splendore oltre ad essere perfettamente funzionante, ospitando spettacoli e concerti”, ci spiega Franco Di Pierro. “Cos’ha il nostro paese in meno rispetto a Mola? Eppure ci sono voluti tantissimi anni per avviare finalmente i lavori di ristrutturazione”.
Il Maestro Franco Di Pierro, icona della musica dei suoi tempi ed ancora oggi personaggio di spessore nell’ambito della lirica, ha viaggiato in Italia e all’estero esibendosi in teatri bellissimi e di fama mondiale, ma nel suo cuore Noicattaro ha sempre avuto un posto importante e le esibizioni nel teatro cittadino rimangono tra quelle a lui più care.
Grazie a lui - e al suo impegno e dedizione nell’archiviare ogni sorta di documento storico, fotografie e lettere che hanno fatto la storia del nostro paese - è possibile anche dare uno sguardo ad uno dei programmi teatrali datato 16 Maggio 1941, un programma ricco di esibizioni canore e strumentali che il giornale “Il Lavoro Fascista” in data 17 Maggio dello stesso anno definirà “un riuscitissimo concerto vocale e strumentale che merita di essere segnalato a sprone di maggiori iniziative […]”. Citando ed elogiando anche alcune tra quelle che all’epoca erano le “giovani speranze cittadine”, tra cui lo stesso Maestro Di Pierro e i soprani Maria Abbruzzese e Gilda Petruzzi Fuzio.
Quello del teatro cittadino, insomma, non è solo un luogo storico che un domani potrebbe rivelarsi anche una importante attrattiva turistica, ma è il posto dove aleggia il ricordo dei musicisti, dei cantanti, degli artisti, dei costumisti, scenografi, macchinisti e di tutti coloro che hanno contribuito a creare spettacoli.
[da La Voce del Paese del 25 Marzo]
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