Meraviglia e degrado, due concetti antitetici, capaci di coesistere in contesti che spaziano e si manifestano in un qualcosa che va oltre il comune sentire. La meraviglia si palesa in ogni piccolo dettaglio, che inevitabilmente ci rapisce i sensi, ci conforta l’anima, risveglia la sopita consapevolezza che quello che ci circonda è ancora capace di destare stupore. Il degrado dal canto suo è capace di insinuarsi in misura maggiore o minore nei dettagli di una meravigliosa costa, o peggio ancora negli atteggiamenti e nel malcostume degli essere umani (foto di Checco De Tullio).
Non è difficile passeggiare a braccetto con la meraviglia, se si percorrono le storiche strade di Torre a Mare; ci si imbatte in piccole calette di sabbia, ancora vergini, che attendono di essere stuprate dal degrado. Ci si può confondere passeggiando sul porticciolo mentre un tramonto lo colora di tonalità surreali, eppure l’amico degrado è sempre lì pronto a palesarsi nella visione del cimitero di bottiglie o della sabbia che ormai sta trasformando il porticciolo in una palude malsana.
Meravigliandoci cerchiamo di chiudere gli occhi e tapparci il naso, mentre un Valentino Rossi dei poveri smanetta il suo cavallo d’acciaio sulla piazzetta del Porto. Ci interroghiamo lungamente su come sia possibile la convivenza tra bellezza e schifo, tra poesia e volgarità; eppure siamo testimoni di questo fenomeno a tratti paranormale, abbiamo imparato a conoscerlo, tentiamo invano di arginarlo, ma nulla. Il degrado ucciderà il mondo, mentre la bellezza lo salverà.
Una battaglia impari, che oggi si combatte lungo via dei Trulli, dove il cemento abbandonato si mischia al ferro arrugginito, dove la meraviglia regna sovrana, e intona la melodia del mare, che accarezza la costa ormai stremata.
Tutto ciò è dinnanzi ai nostri occhi ogni giorno: tutti ne parlano, criticano e commentano, ma al tempo stesso ci appare abbastanza doveroso porci una domanda. Questa guerra la vogliamo combattere? E soprattutto la vogliamo vincere?
L’esercito della meraviglia annovera tra le sue fila pochi soldati valorosi, pronti a combattere sotto il vessillo della civiltà e del rispetto, ma basterà a contrastare l’esercito della vergogna, molto più numeroso, molto meglio equipaggiato? Noi possiamo armarci di volontà, impegno, buste, guanti e palette, ma i nostri vili avversari hanno risorse immense: bottiglie vuote, cartacce, avanzi di cibo, bombolette spray, ma soprattutto tanta tanta ignoranza.
Chi vincerà la guerra? Riusciremo a strappare la nostra Torre a Mare all’assedio del degrado? Saremo in grado di conquistare la costa, riusciremo a tenere giardini puliti e rigogliosi, saremo in grado di piantare la bandiera della meraviglia in piazza del porto, saremo vincitori in via Grotta Regina, sapremo aiutare i nostri concittadini?
Domande ed ancora domande, le cui risposte sono ben note, ma restano nel Codice Civile, nelle ordinanze sindacali e regionali, ma soprattutto in quel codice di comportamento non scritto, che pochi conoscono: una sorta di Vangelo da far conoscere alle giovani generazioni, perché l’esercito della meraviglia è stanco e i suoi ranghi sono ormai allo stremo, mentre il nostro nemico degrado arruola ogni giorno nuovi soldati, nuovi incivili, ciechi ed incapaci di meravigliarsi ancora.
[da La Voce del Paese del 13 Maggio]
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