Lunedì 22 Maggio Noicattaro ha rinnovato la sua devozione verso Santa Rita, l’avvocata dei casi impossibili. Una devozione intensa, se si pensa al fatto che molte coppie di sposi decidono di far visita all’altare della Santa - venerata attualmente nella Chiesa della Lama - dopo la celebrazione delle nozze. Giunti ai piedi dell’altare, i novelli sposi vi depongo speranze, promesse di una vita feconda e gioiosa, assieme ai fiori della festa. Accanto a questo gesto, vi è il bacio della piccola reliquia che è custodita in Chiesa.
Ma chi è Rita da Cascia? Al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 Maggio 1457), fu indirizzata molto giovane al matrimonio, che contrasse con Paolo di Ferdinando di Mancino, descritto come un uomo orgoglioso, impulsivo e violento. Secondo le fonti agiografiche, il carattere mite di Rita riuscì ad acquietare il marito, tanto che questi abbandonò le armi per lavorare presso un mulino. Dal matrimonio nacquero due figli. Dopo diciotto anni di vita coniugale, Paolo di Ferdinando di Mancino fu ucciso mentre rientrava a casa. Rita non serbò rancore verso gli assassini, anzi li perdonò e pregò anche per i figli, che - secondo il costume dell’epoca - avrebbero dovuto vendicare l’assassinio del padre. I due figli, di lì a poco, morirono per una malattia. Rimasta vedova e senza figli, Rita decise di prendere i voti e di entrare nel convento agostiniano di Santa Maria Maddalena a Cascia. Dopo un iniziale rifiuto, fu accolta nel convento. Gli anni del suo noviziato furono particolarmente duri: la badessa del monastero mise a dura prova la vocazione e l’obbedienza di Rita, facendole annaffiare un arbusto di vite secco, presente nel chiostro del monastero. Il legno, dopo un po’ di tempo, riprese vita e dette frutto. Durante i quarant’anni di vita monacale, non solo si dedicò alla preghiera, a penitenze e a digiuni nel monastero, ma uscì spesso per andare in servizio a poveri e ammalati di Cascia.
Rita si spense il 22 Maggio del 1457 e da subito cominciarono a registrarsi un’infinità di miracoli. Fu beatificata nel 1628 da papa Urbano VIII e canonizzata nel 1900 da papa Leone XIII.
A Noicattaro, come ogni anno la giornata si è aperta con la diana, che ha annunciato l’apertura dei festeggiamenti ed è stata caratterizzata dalla celebrazione di diverse Messe, con la tradizionale benedizione e distribuzione delle rose, fiori legati alla vita della Santa.
Nel pomeriggio si è snodata lungo le strade principali del paese la processione con l’effigie della Santa, accompagnata dalla banda cittadina e da tanti fedeli e devoti. Da notare la presenza di molte bambine, vestite come la Santa. Anche quest’anno il percorso della processione è stato abbellito dagli altarini, segno della devozione semplice che molti nojani nutrono verso Rita da Cascia.
Al termine i fuochi pirotecnici hanno illuminato il cielo, ponendo il sigillo su una bella giornata di festa.
Quest’anno, in collaborazione con il priore della Confraternita Nicola Masotti, con il responsabile dei portatori Bruno Damiano e con Padre Giuseppe Conversa, sono stati realizzati una serie di altarini per le strade del paese, per far vivere - ai giovani soprattutto - al meglio la festa di Santa Rita.
Ora la Chiesa della Lama si prepara a celebrare - seppure in tono decisamente minore - la festa di San Filippo Neri, compatrono di Noicattaro.
[da La Voce del Paese del 27 Maggio]
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