Giovedì 1° Giugno, la palestra scoperta della scuola primaria “Parchitello” ha presentato l’evento “Giochi di gruppo-Canti-Merenda della Solidarietà” nell’ambito del progetto “Natura e Sport”.
Come riferiscono l’insegnante Rosa Loizzi e la vicaria Maria Carmela Didonna, si tratta di un evento sportivo in cui i bambini fanno dei percorsi, sia di coordinamento che di attività ludiche, dove nello stesso tempo è stata prevista la Merenda della Solidarietà. A fronte di pietanze preparate in casa dai genitori dei bambini, il ricavato sarà devoluto all’adozione a distanza di una bambina, Gisela Nayeli Andrade-Cuenca della comunità Cochabamba in Bolivia, adozione resa possibile dall’associazione “Save the Children”, un’iniziativa che va avanti da anni e che la scuola sostiene con tali attività.
Più che un obiettivo didattico, il progetto è pensato come un valore da trasmettere ai bambini: conoscere la natura vuol dire rispettare sé stessi.
Referente sostenitore è l’esperto che ha affiancato le attività didattiche, il prof. Pier Giliberti, con cui i bambini hanno ampliato la conoscenza di tutte le attività sportive in maniera anche non agonistica imparando a saper accettare le sconfitte. I giochi sportivi rappresentano un momento ludico per eccellenza, una chiave d’accesso per apprendere. Ai giochi si partecipa in gruppo, e l’intento è stato proprio quello di trasmettere i valori della solidarietà, del gruppo, del far parte di una comunità, di non essere vincitori a tutti i costi ma saper accettare la realtà.
Si tratta di un progetto promosso dal C.O.N.I., riferisce il tutor Pier Giliberti. Il tema di quest’anno è il fair play, ovvero cercare di infondere e instillare nei bambini i valori etici dello sport (correttezze, sportività, rispetto per sé stessi e l’avversario). Per crescere è più importante una sconfitta che una vittoria: in quest’ultima c’è una continuità dove non occorre fermarsi e pensare a cosa si è sbagliato. Nella sconfitta, viceversa, sussiste un momento di riflessione che porta a una crescita continua.
“Il senso da dare a questa giornata - rende noto il Dirigente Scolastico, prof. Luigi Giulio Domenico Piliero - è partire da eventi che possono risultare separati dal contesto della vita reale. Educare alla solidarietà significa che il bambino viene educato a non essere più una identità sola, ma, incontrando l’altro, diventa con lui un insieme, una squadra; un lavoro che porta il benessere non solo a se stesso ma alla comunità”. “Solidarietà è avere l’impegno, la volontà e la forza di mettere energie in campo per fare qualcosa di buono per gli altri”, continua il Dirigente. Quindi non un qualcosa una tantum, ma un progetto di vita per gli altri che deve essere preso in carico dalla politica, dall’economia, dalla società civile. “Non si può vivere più pensando solo al proprio benessere, ma bisogna progettare percorsi che possano portare a delle significative iniziative di solidarietà”.
[da La Voce del Paese del 3 Giugno]
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