Abbiamo incontrato Cesare Porcelli, Agente della Polizia Municipale del Comune di Noicattaro. Il Vigile non è nuovo alle nostre “penne”, abbiamo già avuto modo di incontrarlo per commentare i numerosi successi conseguiti nell’ambito dei tornei di tennis organizzati dall’A.S.P.M.I. (Associazione Polizia Municipale d’Italia). Questa volta Cesare Porcelli ha varcato i confini italiani per partecipare al Campionato Europeo di Tennis della Polizia, tenutosi a Budapest dal 23 al 30 Giugno; diciannove nazioni si sono contese l’ambito titolo, tra cui: Austria, Germania, Inghilterra, Romania, Francia, Ungheria e Olanda con un numero di atleti che ha raggiunto quota centocinquanta.
Cesare Porcelli, 51 anni, è stato convocato dalla nazionale italiana per concorrere al titolo europeo, grazie ai successi tennistici conquistati nel corso degli anni: tre titoli nazionali di doppio, due titoli nazionali di categoria e un terzo posto assoluto A.S.P.M.I..
Da quanto coltiva la passione per il tennis?
Da sempre. Ho ripreso a giocare a tennis nel 1991, nonostante fosse la mia passione sin da quando avevo poco più di dieci anni. Purtroppo il tennis, si sa, è uno sport elitario e, finché non ho raggiunto una mia stabilità economica, ho “ripiegato” sulla pallavolo riscuotendo un discreto successo anche nella categoria C2 e nei tornei A.S.P.M.I.. Da sei anni ho ripreso a “fare sul serio” con il tennis e ho preso parte alle competizioni nazionali dell’A.S.P.M.I. fino ad approdare, pochi giorni fa, ad una competizione davvero importante.
Parliamo del campionato europeo…
Sono stato convocato dalla nazionale a seguito dei risultati conseguiti negli ultimi sei anni. Per me è stato un onore rappresentare l’Italia in una location d’eccezione come quella di Budapest. Si tratta di un circolo che ospita un torneo Master 250. I miei competitor erano davvero di livello piuttosto alto, se consideriamo che alcuni di loro vantavano anche punteggi ATP come i finalisti di questo torneo, un austriaco e un belga, entrambi poco più che ventenni.
Cosa si prova a rappresentare la propria nazione in Europa?
Una soddisfazione enorme, oltre che un onore immenso. Il torneo si è aperto con la sfilata di tutte le nazioni e degli atleti in gara. Sfilare con i miei colleghi al seguito della nostra bandiera tricolore è stato forte. Abbiamo lottato fino all’ultimo secondo e per poco non abbiamo battuto tutti i record italiani delle precedenti edizioni. Ho avuto dei compagni di squadra validissimi: Nicola Pirro (figlio di una grande tradizione tennistica, ndr) con cui ho disputato il doppio, Chiara Canale ed Erika Gambirisi.
Com’è andato il torneo?
Nonostante il livello molto alto e l’età media davvero bassa, possiamo ritenerci soddisfatti. A 51 anni è stata una soddisfazione immensa competere a livelli così alti. Nel singolo non è andata benissimo; le soddisfazioni sono arrivate con il doppio dove, con il mio compagno Nicola Pirro, abbiamo “asfaltato” gli inglesi al primo turno e avuto una prestazione combattutissima con i francesi che ci ha visti sconfitti al tie-break. Un peccato, avremmo battuto il record dell’Italia in Europa che non era mai arrivata ai quarti.
C’è qualche episodio che porterà nel cuore?
L’episodio più bello è stato la conoscenza di un atleta rumeno, Bela Mozes, che ha fatto parte della nazionale rumena, arrivando a giocare la Coppa Davis. Ahimè, ha potuto continuare a giocare solo nei tornei nazionali per questioni economiche. Quel che mi ha colpito è stato il racconto di un incontro tennistico vinto contro Omar Camporese, uno dei miei beniamini.
Progetti per il futuro?
Per me è un po’ difficile riuscire a parlare di futuro: i prossimi europei si terranno tra quattro anni, ed io avrò 55 anni. Per me è stata già una grande esperienza e una soddisfazione enorme. La nazionale, con le dovute proporzioni, rispecchia quel che è un po’ il clima tennistico italiano: in questo periodo storico non abbiamo giovani campioni emergenti; spero solo che l’Italia riesca ad investire sui giovani, coinvolgendoli a 365°. In Italia si raggiungono risultati eccellenti fino alle giovanili, dove riscontriamo anche vincitori nei tornei di Wimbledon. Dopo le giovanili non siamo, purtroppo, a livelli di grandi nazioni.
[da La Voce del Paese dell'8 Luglio]
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