Passeggiando per le strade del Parco Comunale, la scorsa domenica, un dettaglio non mi ha lasciato indifferente. Pochissimi bambini erano vestiti a maschera e, i pochi che incontravo, avevano travestimenti che riconducevano alla tematica del lugubre e dell’horror.
Alcuni erano vestiti da scheletri, altri da streghe, altri ancora da fantasmini. È questo il vero Carnevale? È questa la festa che i nostri antenati ci hanno tramandato?
Ultimamente, il tanto discusso fenomeno della globalizzazione, ha accelerato quella che in gergo viene chiamata “americanizzazione” dei costumi. Tutto ci riconduce al mondo americano: il modo di vestirsi, i gusti musicali, i modi di fare.
Anche le nostre feste, quindi, hanno risentito di questa grande influenza. Il Natale, per esempio, è sempre più visto come un mero evento consumistico e non come realmente deve essere considerato.
Alla stessa stregua, il Carnevale è stato quasi definitivamente eclissato dalla festa americana di “Halloween” che sempre più sta prendendo piede nel nostro paese, sia tra i piccoli che tra i più grandi. Tema di questa festa, come ben si sa, è l’esaltazione del misterioso e del funereo, che ben si abbinano alla mentalità celtica, non certo alla nostra.
Il Carnevale, al contrario, è un evento festoso, di baldoria, dove tutti i pensieri gioiosi devono trovare ampio spazio. Esso ha le sue radici profonde nella nostra cultura, poiché legato a stretto giro con uno dei tempi forti dell’anno liturgico cristiano: la Quaresima.
La parola Carnevale, infatti, deriva dal latino “Carnem Levare” (“eliminare la carne”) poiché indicava il banchetto con la quale si festeggiava il Martedì Grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri, in cui comincia il lungo digiuno quaresimale. Era un giorno di baldoria e festeggiamenti, in cui ognuno dei partecipanti esprimeva tutta la propria gioia e il proprio sarcasmo.
Non uccidiamo, quindi, le nostre tradizioni, la nostra identità, la nostra storia. Insegniamo ai piccoli la vera essenza del carnevale, fatta di coriandoli e festa, non di certo da teschi o zombie. Buon Carnevale a tutti!
[da La Voce del Paese del 10 Febbraio]
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