Il Codice della Strada. Quale aggettivo si potrebbe destinare a questa entità, di cui tutti dovrebbero conoscere l’esistenza, la cui applicazione però sembra debba essere prerogativa esclusiva delle autorità preposte al controllo o degli altri?
Si è già scritto, si scrive e sembra che ancora si scriverà dell’indisciplina degli automobilisti. Siamo devoti alle nostre tradizioni. Quello che andiamo a trattare oggi è un argomento sul quale non ci sembra di aver letto ancora alcuna discussione. A Noicattaro non siamo indisciplinati solo in auto. Quando ci spostiamo a piedi non siamo da meno, anzi. Non ne abbiamo parlato noi della redazione, anche perchè chiamarci “La Voce del Paese” sottintende che il nostro ruolo sia quello di dar voce alle vostre considerazioni, denunce, aspettative e, quando siamo fortunati, anche per annunciare lieti eventi. Non è raro infatti che degli stessi temi che approfondiamo si parli in discussioni pubbliche sui social. Diametralmente opposta è invece la casistica in cui, nelle varie discussioni sui vari argomenti, qualcuno abbia l’ardire di assurgersi in uno slancio di onestà intellettuale e di ammettere i propri errori. Qualsiasi sia il tema trattato è sempre qualcun altro a sbagliare. Ora, considerando assiomatica l’iscrizione su un cartello, visto lontano da Noicattaro, che dice “siamo nati tutti pedoni. Rispettiamoci”, e notando che l’argomento in oggetto non venga trattato con la stessa veemenza di altri, siamo di fronte a un bivio. Non ci sono colpevoli, quindi il problema non esiste, o siamo tutti colpevoli? L’eco della risata al pensiero che non ci siano colpevoli è chiassosa e inquietante.
Il Legislatore ha redatto un’opera che potrebbe sembrare ridondante. Quasi come l’etichetta che avverte di non infilare le dita tra le lame di un frullatore a immersione quando è in funzione. Si legge nell’art 190 del Nuovo Codice della Strada, ad esempio, che “i pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione”. Oppure che “i pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrapassaggi. Quando questi non esistono (...) possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri”. O ancora “è vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni”.
Ora la domanda che vorremmo tutti quanti si pongano è se davvero sia necessario che qualcuno debba dirci, superata l’età prescolare, come si attraversi la strada. Si sappia, crescendo non si acquisiscono super poteri. Se una macchina ci viene addosso difficilmente sarà l’autista ad avere la peggio. Sembra non ci si renda conto della pericolosità nell’attraversare la strada sbucando senza le dovute precauzioni tra due auto parcheggiate, ancora peggio quando le prime ad uscire sono le ruote di un passeggino. Non sembra sia chiara la differenza tra attraversamenti pedonali e incroci. Delle rotonde non ne parliamo. Ci si sbizzarrisce nel cercare la traiettoria più breve per andare da un lato della strada all’ospedale, spesso con lo smartphone in mano.
Ai teorici del “se mi mette sotto mi paga per intero/a” vorremmo far presente che il comma 5 recita: “I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti“; e il 10 rincara la dose: “Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 25 a euro 99”. Il fatto che non sempre venga applicata non invalida la norma. Sempre a loro, chiediamo se abbiano già avuto modo di quantificare un prezzo congruo da richiedere nel momento in cui, in caso di sciagurato “investimento”, si dovesse verificare la peggiore delle ipotesi. Veramente abbiamo bisogno di organizzare incontri per farci insegnare come attraversare la strada?
[da La Voce del Paese del 22 Ottobre]
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